La nostra avventura sul ponte di Genova San Giorgio

By Panizza — In Edilizia — 10 Settembre 2020

10

Set
2020
Articolo Estratto da :
Costruire il Futuro, Rivista Bimestrale di ANCE Brescia, n.4 del 2020 pag.23

La chiglia del ponte custodisce soluzioni innovative

La Panizza 1914 srl ha sede legale a Trenzano e operativa a Berlingo. È nata nel 1914 e oggi vede attiva la quarta generazione, della quale è espressione il geometra Gianmario Panizza, direttore tecnico della società, al quale abbiamo chiesto una testimonianza sull’intervento realizzato per la canalizzazione dell’acqua sul Ponte Genova San Giorgio. Lo raggiungiamo proprio mentre la squadra da lui coordinata è impegnata nelle prove di collaudo sulla tenuta dell’acqua, effettuato nel modo più scrupoloso che si possa immaginare.

Il vostro è un lavoro nascosto, chi transiterà sul ponte non si renderà conto di quanto avete realizzato…

È così, risponde il geometra Panizza. Non si vede quello che abbiamo realizzato ma mi creda, con molto. L’interno della struttura progettata dall’architetto Renzo Piano ricorda veramente la struttura di una nave. Abbiamo realizzato canalizzazioni e tubature per recuperare con efficacia l’acqua raccolta su una superficie di 30mila metri quadrati, dato che la lunghezza dell’impalcato è di poco più di un chilometro per circa 28metri. Abbiamo dovuto progettare il tutto considerando ogni minimo dettaglio e soprattutto il fatto che la zona registra sempre più frequentemente piogge violente e ripetute.

Come sintetizzerebbe questa particolare esperienza?

Insieme agli aspetti tecnici, forte è stata la componente emotiva, legata anche all’atteggiamento delle persone di Genova, particolarmente vicine a chi lavorava per il nuovo ponte, con numerosi episodi da parte loro di manifestazioni di apprezzamento e ringraziamento nei nostri confronti. Non nascondo le perplessità iniziali, i timori legati alla consapevolezza che saremo entrati in un percorso particolarmente stringente, rodato e senza sbavature per quanto concerne la sicurezza, le modalità di esecuzione e i tempi particolarmente compressi. Non potevamo immaginare che si sarebbe aggiunta anche l’emergenza conseguente alla pandemia da Covid-19. Mi ha particolarmente stupito la disponibilità riscontrata in tutte le imprese coinvolte nel cantiere. C’è stata ottima organizzazione. Siamo contenti di aver terminato con successo questa entusiasmante esperienza, che ci ha molto coinvolto e che ci ha permesso di crescere parecchio.

Quale strada avete percorso per ottenere l’appalto?

Può sembrare strano ma ci siamo arrivati per caso. Siamo impegnati da anni con varie realtà anche multinazionali, e nell’ambito di queste conoscenze professionali è successo che un ingegnere ci abbia chiesto come si sarebbero potuti risolvere alcuni specifici problemi. Ci siamo detti proviamo, dimostrando con i vari test affrontati che i risultati erano positivi.

Mi pare abbiate utilizzato un particolare tipo di tubi…

Credo sia stato il primo caso nel quale siano stati utilizzati questi tubi speciali, normalmente destinati ad impianti subacquei speciali. Ci siamo così trovati a movimentare tubi dal peso di 400 kili in spazi ristretti. Gli innesti erano complessi ma abbiamo affrontato al meglio il tutto, anche superando prove specifiche molto selettive.

Quali altri cantieri vi vedono attivi in questo periodo nell’immediato Futuro?

Abbiamo alcuni consolidati rapporti di lavoro con alcune realtà, quali Brescia Infrastrutture, Brescia Mobilità, Ikea, P&G (Procter & Gamble). Per quest’ultima realtà lavoriamo da un decennio e ora impegnati nella struttura di Roma dove saranno rivoluzionati i fustini del detersivo Dash. Dopo il cantiere Genovese ci attende un intervento a Milano, nella zona di Porta Romana, al confine con gli spazi della Fondazione Prada, dove, nell’ambito di un ampio intervento immobiliare da parte di Covivio, nata dalla fusione tra Beni Stabili e Foncière de Regions, recupereremo una ciminiera di sessanta metri d’altezza e una torre piezometrica, un intervento particolarmente interessante.

Sistema di raccolta delle acque piovane con tubazioni in vetroresina

La rete di raccolta delle acque piovane creata all’interno dell’impalcato del ponte prevede un sistema costituito da canaline posate ai lati del ponte che convogliano le acque all’interno di un sistema di tubazioni in acciaio inox Ø160 trasversali le carreggiate che si innestano in due dorsali longitudinali in vetroresina poste rispettivamente a Nord e a Sud della mezzeria. A loro volta queste dorsali sono suddivise in due tratti di opposta pendenza che convogliano le acque a Levante e a Ponente. Ci troviamo quindi di fronte a quattro linee di distribuzione realizzate con tubazioni in vetroresina Ø800, Ø700. L’utilizzo di un sistema in vetroresina ha richiesto un’intensa attività di studio e progettazione con l’esecuzione di prove sui materiali al fine di garantire le prestazioni attese. Garantire la sicurezza del personale in un ambiente complesso e in rapida evoluzione come quello del ponte ha chiesto grande impegno anche sotto il profilo della progettazione della sicurezza. Sono stati effettuati test di montaggio preliminari per determinare la corretta sequenza di installazione e definire le tempistiche nel rispetto dei ristretti tempi di intervento previsti dal cronoprogramma. Sono state studiate e condivise con la direzione lavori e gli addetti alla sicurezza, apposite procedure per la movimentazione e il posizionamento degli elementi, le modalità di esecuzione delle giunzioni e i sollevamenti dei carichi considerevoli negli spazi ristretti all’interno dell’impalcato. Le acque raccolte nei quattro collettori sono convogliate all’interno di due sistemi di stoccaggio e trattamento posti rispettivamente a Levante e Ponente. Si tratta si un sistema integrato di più elementi adatti a gestire diverse situazioni: il punto di ingresso è monitorato da un sensore che identifica eventuali sversamenti accidentali di liquidi inquinanti occorsi in carreggiata e li convoglia d una vasca apposita che stoccherà il rifiuto in attesa di essere smaltito. Solo dopo aver superato il controllo le acque vengono avviate al trattamento prima pioggia.

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